FRATELLI D'ITALIA

domenica 20 aprile 2008

Cazzi amari



I finanziamenti pubblici agli organi dei partiti che non esistono più
I partiti passano, i giornali di partito restano. Con un parlamento capovolto, simboli storici che spariscono, gruppi cancellati, comunisti e socialisti spazzati via come briciole al vento, c’è una nicchia che si salva dalla rivoluzione delle elezioni: i fogli politici continueranno a ricevere contributi pubblici esattamente come prima, anche senza gruppo parlamentare, per legge. Quale legge? Il decreto Bersani del 2006. Di questo provvedimento dell'ex ministro delle Attività Produttive si lodarono gli intenti anticorporativi e pro-consumatori, ma la legge contiene in realtà una norma capace di mantenere in vita con i soldi pubblici le voci dei partiti ridotti al silenzio dagli elettori. È il piccolo comma pensato probabilmente allora per salvare l’Unità ed Europa, fogli dei Ds e della Margherita: difenderli dalla fusione dei due partiti nel gruppo Ulivo. Il comma salva-giornali farà sopravvivere adesso Liberazione, Notizie Verdi, La Rinascita della Sinistra, Il Campanile, per citarne alcuni: tutti fogli di partiti che hanno perso il gruppo parlamentare, per fusione con altri simboli o insuccessi elettorali, ma che continueranno a beneficiare del contributo pubblico. Il versamento proseguirà anche se questi partiti dovessero non avere più rappresentanti a Strasburgo, in occasione delle prossime elezioni europee. L’ultimo aggiornamento fornito dal dipartimento per l’editoria della presidenza del Consiglio informa che ai giornali di partito sono stati concessi, nel solo anno 2006, 26 milioni 571mila euro. Ecco cosa prevede l’articolo 20, comma 3-ter della legge Bersani: Il requisito di rappresentanza parlamentare non è richiesto per le imprese editrici di quotidiani o periodici che risultano essere giornali od organismi di partiti o movimenti politici che alla data del 31 dicembre 2005 abbiano già maturato il diritto ai contributi. La falce e martello sparisce da Montecitorio e palazzo Madama, ma il suo giornale è intramontabile. Liberazione ha ricevuto come ultimo contributo annuo 3 milioni 718mila euro, continuerà a percepirlo anche se Rifondazione rimarrà nella Sinistra Arcobaleno e dovesse perdere i parlamentari europei. Lo stesso vale per La Rinascita della sinistra, settimanale dei Comunisti Italiani: nel 2006 ha portato a casa oltre 415mila euro, li riceverà a tempo indeterminato, nonostante l’addio al parlamento di Diliberto e compagni. Malgrado il flop dei Verdi nelle elezioni del 13 e 14 aprile, Notizie Verdi non corre pericolo. Riceve 2 milioni 710mila euro l’anno, nessuno glieli toccherà. C’è poi il caso di Pd e Pdl: i giornali dei partiti che li costituiscono, Unità ed Europa per Pd e Il Secolo per An, rimangono nella lista dei beneficiari nonostante la fusione. Tra i grandi giornali, il quotidiano che prende più soldi è proprio il foglio ufficiale degli ex Ds: più di 6 milioni e mezzo di euro nel 2006 all’Unità, cifra confermata nel 2008 e per tutti gli anni a venire.
I difensori dei precari a 1000 euro al mese!
Fatto sta che avevano preparato tutto: si sarebbero sciolti sì ma solo a patto di difendere tutti i loro privilegi. Speriamo ardentemente nella crisi che si abbatterà sull'economia mondiale perchè anche questa gente vada per stracci!

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